
Berlusconi e Alfano: “Largo al Presidenzialismo alla francese”
ROMA – Il Pdl continua a giocare nuove carte. È ora il turno di lanciare la proposta di un modello di Presidenzialismo alla francese, con elezioni primarie finalizzate alla scelta del Capo dello Stato. Angelino Alfano e Silvio Berlusconi, dunque, in conferenza congiunta, evidenziano la necessità, secondo loro, di procedere immediatamente a riforme istituzionali. Inoltre, l’ex presidente del consiglio si dichiara anche disponibile alla corsa per il Quirinale qualora venisse richiesto dal suo partito.
«Abbiamo il desiderio di approfondire la possibilità che siano i cittadini stessi a decidere direttamente con il loro voto il Presidente della Repubblica», sostiene Berlusconi. Per Alfano, se c’è volontà politica, si potrebbe varare la riforma in senso presidenzialista entro la fine della legislatura. «Siamo nei tempi per le riforme previsti dall’articolo 138 della Costituzione», afferma Alfano, al quale fa seguito ancora l’ex premier: «Abbiamo deciso di compiere questo gesto ardito per presentare al paese, alla maggioranza e all’opposizione questa possibilità che noi crediamo sarebbe una grande modernizzazione e darebbe al Paese e ai cittadini la possibilità di decidere direttamente, attraverso elezioni primarie per la scelta del candidato Presidente, e di portare fuori il nostro Paese dalle secche dell’impossibilità di governare».
«Abbiamo ritenuto nostro dovere profittare della possibilità del governo tecnico – prosegue Berlusconi – che non solo continua il lavoro che noi abbiamo iniziato, ma che consente a maggioranza e opposizione di incontrarsi per fare le riforme: ci siamo seduti al tavolo e qualche risultato è arrivato, ma non siamo riusciti ad andare avanti sulla possibilità di dare al premier il potere di giudicare sulla necessità dell’emergenza delle leggi con il decreto legge che ancora rimane in capo al presidente della Repubblica».
Rispondendo alla richiesta di una sua potenziale ricandidatura, poi, Berlusconi sostiene di voler fare «quello che mi chiederà di fare il Popolo della Libertà. Sono ancora qui perché sono stato eletto e resto fino alla fine della legislatura. Non si tratta di una mia ambizione personale ma ci sono delle responsabilità che non si possono ignorare».
«Vorremo anche dire agli amici dell’opposizione – conclude l’ex premier – che, se dovessero accettare questa innovazione dell’architettura istituzionale, noi saremmo assolutamente disponibili a seguirli sulle loro idee per quanto riguarda il sistema elettorale. Confermo di aver discusso all’interno del Pdl e ho detto di non preferire di non essere io il candidato del Pdl nella federazione per il ruolo del presidente del Consiglio».
(Foto: tg24.sky.it / arezzopolitica.it)
Stefano Gallone