
Basket Time: Siena-Milano, è l’ora delle finali scudetto
QUI SIENA – Sospiro di sollievo per tutto l’ambiente senese, pronto a riscrivere altri record con il sesto scudetto consecutivo: David Andersen è tornato ad allenarsi con i compagni dopo il problema al ginocchio che gli ha impedito di calcare il parquet nella serie dominata contro Sassari.
L’australiano con ogni probabilità sarà al suo posto in quintetto, per mettere in campo tutto il suo repertorio immenso di giocate offensive: mettere subito in difficoltà Bourousis, spesso mattatore delle prime fasi di gioco, sarà fondamentale per dare un indirizzo immediato al duello sotto i tabelloni e per aprire le prime crepe nella non proprio solida personalità del greco.
Il Banco Sardegna Sassari si è dimostrato banco di prova assai fragile, sorretto dalla proporzione matematica tra i due Diener e Hosley-Easley: alla fine, l’unico a creare qualche grattacapo è stato Plisnic, ma nei pochissimi momenti difficili sono arrivati i canestri di un ritrovato Kaukenas o del sempreverde Lavrinovic. Il lituano non sembra destare preoccupazioni dopo l’infortunio patito contro Sassari, mentre è pronto a svestire la tuta anche Jonas Maciulis, uno degli ex di questa grande sfida: a fargli posto in quintetto sarà ancora David Moss, imprescindibile per l’apporto fisico nella marcatura presumibilmente di Malik Hairston, primo terminale offensivo milanese con quasi 14 punti di media.
A Pianigiani servirà sicuramente avere qualcosa in più da McCalebb, poco stimolato dalle partite contro Sassari: l’MVP della stagione regolare è uno dei pochi giocatori in Italia in grado di spezzare in due le difese con velocità e dinamismo e dai suoi polpastrelli si genera costantemente una situazione di pericolo. A completare il meccanismo perfetto della franchigia toscana, c’è l’ottimo – sin qui – rendimento della panchina, con Nikos Zisis sugli scudi: Aradori ha lanciato segnali incoraggianti, così come Thornton e Michelori. Una squadra con rotazioni all’occorrenza molto ampie, con grande varietà di soluzioni e di armi a propria disposizione da estrarre di volta in volta in base alle esigenze della partita e alle contromosse dell’avversario.
QUI MILANO – Pesaro si è dimostrata un ostacolo decisamente più ostico di Sassari: ecco perché la partita in più giocata da Milano potrebbe rivelarsi tutt’altro che deleteria. L’abitudine a soffrire, i finali concitati, la necessità di mettere quel qualcosa in più per prevalere sull’avversario sono tutti fattori chiave, quando una singola giocata può valere un’intera stagione.
Scariolo può sorridere per il recupero di Bremer, capace di garantire un ottimo rendimento sia dal punto di vista realizzativo che nelle vesti di playmaker, ma anche per la costanza con cui si è affermato Niccolò Melli: non nelle vesti di tiratore, bensì negli inusitati abiti di difensore arcigno, un mix di stoppate, recuperi e marcature asfissianti che hanno ridimensionato persino James White e Jumaine Jones.
La fiducia riposta nel giovane emiliano fa da contraltare al sempre minor minutaggio concesso a Ioannis Bourousis: il greco è apparso spesso spaesato, messo in crisi dalla mobilità dei lunghi pesaresi, un piccolo anticipo di quanto potrebbe toccargli in finale contro il Montepaschi. Vero che Andersen viene da un infortunio e rimane in dubbio, vero che Lavrinovic non è nel momento di maggior spolvero atletico della carriera, ma contro due grossi calibri del genere sarà necessario il Bourousis che tanto ha impressionato nel finale di Regular Season: le strigliate di Scariolo hanno colpito soprattutto lui, ma una lavata di capo l’avrebbe meritata anche Malik Hairston, disastroso contro Pesaro, nettamente sconfitto nel duello con Hackett.
L’ex di turno più che collezionare canestri ha fatto “bella” mostra di palle perse (12 nelle ultime due gare della serie) e di personalismi spesso sfociati in isteriche reazioni verso la terna arbitrale: necessario premere il tasto Rewind, perché contro uno dei migliori difensori uno contro uno dell’intero campionato, David Moss, non ci sarà tempo per scherzare. Bene aver recuperato Fotsis, oltre la sufficienza – pur senza entusiasmare – Alessandro Gentile, ottimo Omar Cook, uomo della provvidenza nella decisiva gara 4: fondamentale sarà trovare punti dalla panchina, vera e probabile arma vincente del Montepaschi. Bremer, Giachetti, Melli, Radosevic e Rocca sono avvisati.
PRONOSTICO – Finale che si prospetta molto equilibrata: Siena parte leggermente favorita per lo strapotere mostrato in semifinale, ma con lo scudetto in palio si respira tutta un’altra aria. Se Bourousis domina il pitturato, Milano ha la possibilità di far saltare il banco, potendo contare sulle triple di Antonis Fotsis e sulle iniziative in uno contro uno di Malik Hairston. Altrimenti, Siena ha tutte le carte in regola per chiudere in bellezza la stagione che – con ogni probabilità – segnerà anche la fine di un ciclo, con la rivoluzione tecnica e di giocatori alle porte. A noi piace rischiare, Milano campione d’Italia in una serie che speriamo si riveli appassionante e intensa come le premesse lasciano intuire.
Andrea Samele