
Basket – Finale Scudetto: Siena conquista gara 5 ed entra nella storia
Montepaschi Siena – EA7 Emporio Armani Milano 84-73 (Serie 4-1 MPS)
Probabilmente da domani il miracolo Siena non esisterà più, dovrà necessariamente partire una rivoluzione che potrebbe coinvolgere l’allenatore stesso del ciclo del trionfo, oltre ai pilastri Andersen, McCalebb, Lavrinovic e Kaukenas, ma intanto una nuova pagina di storia del basket è stata scritta: sesto titolo consecutivo per la banda Pianigiani, record assoluto per il campionato italiano, con McCalebb votato MVP in una dura lotta con i compagni Lavrinovic, ottimo nelle partite decisive della serie e top scorer con 22 punti in gara 5, e Stonerook, eterno capitano capace di passare da 4.4 punti di media a una serie finale con 3 gare consecutive sopra la doppia cifra.
GARA 5 – La partenza stavolta è dell’Emporio Armani, che memore delle ultime uscite sempre in rincorsa preme a fondo l’acceleratore: Mancinelli stravince il duello con Carraretto e Thornton e vola già in doppia cifra con 10 punti, Bourousis sembra in grado di ripetere la prestazione di gara 4 e nonostante Hairston a quota 0, Milano è perfettamente in partita. Siena risponde colpo su colpo e lo fa di nuovo con la tripla di capitan Stonerook, cui seguono 7 punti di Lavrinovic, che sulla sirena firma il sorpasso dall’arco.
Moss, dopo la deludente prova di gara 4, è di nuovo in tribuna e la rotazione delle guardie torna a vedere protagonista Pietro Aradori: suoi i punti con cui Siena lancia il primo tentativo di allungo, con un 6-2 di parziale interrotto da una tripla estemporanea dell’insufficiente Bremer. Il suo recupero affrettato si vede, la condizione langue a dir poco e viene quasi da chiedersi se non convenisse rischiare almeno in una delle partite Justin Dentmon: Scariolo si sbraccia e si danna l’anima, ma la squadra si disunisce e tocca al solo Bourousis cercare di contrapporsi all’onda lunga del Montepaschi. Zisis incanta con due jumper in arresto dai 6 metri, Aradori è perfetto dai liberi e nonostante la brutta giornata di un Andersen molto nervoso Siena è avanti di 11, con canestro ancora sulla sirena di McCalebb in entrata.
LA RIVINCITA DEI COMPRIMARI - All’intervallo dunque sono le rotazioni a dare a Siena una marcia in più: Zisis è il top scorer a quota 10, seguito a ruota da Lavrinovic a 9 e Aradori a 6. Proprio nelle seconde linee c’è invece il deficit più evidente di Milano: tolti i big, i neoentrati Bremer, Melli, Radosevic e Gentile sembrano viaggiare a kilometraggio ridotto. Scariolo disegna gli schemi per Bourousis e il greco è l’ingranaggio portante del marchingegno, ma senza i punti degli altri, Siena allunga e fugge via verso il trionfo: la tripla di Stonerook è ancora letale, ma sono i canestri di Lavrinovic e la riscossa di McCalebb a far dilatare il margine sino a quota 20, con Milano allo sbando e preda del nervosismo. Scariolo si prende un tecnico per proteste dopo contatto alquanto dubbio fischiato a Bourousis (30 liberi tentati per Siena contro i soli 14 di Milano), Rocca e Andersen fanno a gomiti (doppio tecnico) e Siena tocca il +22 di massimo vantaggio, prima che Gentile e Hairston rendano meno amaro il passivo.
L’ORGOGLIO (E I RIMPIANTI) DI MILANO - Il quarto periodo è quello dell’orgoglio, con Milano che non ci sta a subire uno scarto così umiliante e rilancia le proprie quotazioni giocando per l’uno contro uno di Malik Hairston: la difesa a zona e la coscienza del trionfo imminente rallentano il Montepaschi e l’ala piccola ex della partita può così griffare 8 punti consecutivi, prima che la tripla di Bourousis, autore di 18 punti, mandi su tutte le furie Pianigiani. Gentile riporta Milano sotto la doppia cifra di margine, ma è ancora Shaun Stonerook dall’arco a ristabilire le distanze tra le due compagini: Lavrinovic incornicia la sua gara con gli ultimi punti e per Siena è il momento dell’esultanza. Suona la sirena sulla stagione e ancora una volta è il Montepaschi ad arrivare al traguardo a braccia alzate: non c’è stata volata, con Milano che è stata capace solo di interrompere quell’emblematico 11-0 nelle serie finali patito negli ultimi 4 anni.
Per la squadra di Scariolo non sono pochi i rimpianti: è mancato Bourousis nelle prime 3 partite, poco coinvolto e troppo schiavo dei suoi limiti caratteriali, Fotsis ha reso al di sotto delle aspettative, Mancinelli ha alternato lampi di purissima qualità a lunghe pause e Bremer è stato il fattore in negativo dalla panchina. Le note liete si chiamano Melli, Radosevic e Gentile, il trio di giovani su cui Milano può e deve ripartire, per non lasciare a metà il primo vero progetto dell’era Proli.
Andrea Samele