Andy Warhol’s Stardust a Milano

 

Il Superman in mostra a Andy Warhol's Stardust (pigmag.com)

Milano – Per un attimo può non apparire quello che è, il Museo del Novecento, e trasformarsi ai nostri occhi nella corsia di un supermercato dove sono esposti oggetti di valore attualmente stellare, ma…assolutamente “popular”! Di cosa parliamo? Della mostra in corso, visibile fino all’8 settembre 2013, relativa a uno dei maggiori esponenti della pop art, Andrew Warhola Jr., a tutti noto come Andy Warhol (Pittsburgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987).

Andy Warhol’s Stardust . Stampe dalla collezione Bank of America Merril Lynch è l’esposizione curata da Laura Calvi per celebrare il genio artistico che ha saputo trasformare volti in icone, oggetti in culto, riuscendo a comprendere le dinamiche della società del consumo e dello star system senza escludere associazioni tra le parti.

Così dichiarava infatti Warhol: «Quel che c’è di veramente grande in questo paese è che l’America ha dato il via al costume per cui il consumatore più ricco compra essenzialmente le stesse cose del più povero. Mentre guardi alla televisione la pubblicità  della Coca Cola, sai che anche il Presidente beve Coca Cola, Liz Taylor beve Coca Cola, e anche tu puoi berla».

Le opere in mostra sono tutte stampe provenienti dalla collezione Bank of America Merril Lynch, (in seguito alla ben riuscita esperienza dello scorso anno con la mostra fotografica Conversations), e si focalizza sulla produzione seriale di stampe ideate da Warhol, ma realizzate prevalentemente da assistenti della Factory, rifinite meticolosomente dall’artista, che in un senso figurato assimila la produzione artistica a quella di una fabbrica: «La mia filosofia è: fare un quadro al giorno», affermava Warhol, e così è stato per gli anni Settanta e Ottanta.

Così è possibile per milanesi e non avvicinarsi a opere “sempre verdi” come la Campbell’s Soup o le icone di celebrità – da Muhammad Alì, a Marilyn Monroe , alle copertine di Interviewma anche ad altri lavori come Flowers, Sunset, Grapes, Vesuvius, seguendo un percorso per serie – e cronologico -che ci permette di ricostruire alcuni tra i momenti più significativi degli anni ’70 (segnati da una cospicua produzione di serigrafie) agli anni ’80. E, oltre ai volti di persone in carne ed ossa, si ritrovano anche miti e supereroi, trattati in egual maniera, conferendo la medesima importanza a star, pensatori , protagonisti e fumetti della cultura del XX secolo. Da Myths a Freud, da Einstein a Gertrude Stein alle drag queen newyorkesi, da Superman a Babbo Natale: tutti sullo stesso piano, tutti attraenti per il consumatore – fruitore nella medesima maniera.

L'allestimento della mostra Andy Warhol's Stardust (milano.mentelocale.it)

La polvere di stelle – Stardust – che il titolo richiama, non è solo la polvere di diamante presente in molte stampe, ma è la capacità di Warhol di creare icone scintillanti e immortali, di trattare qualsiasi soggetto all’altezza di una star (o, al contrario, di trattare le star come polvere, come gli oggetti del consumo di massa di cui non solo le persone comuni, ma le star stesse possono fruire).

Come dicevamo in principio, per la mostra non sono stati appositamente realizzati pannelli e didascalie, bensì brevi testi che appaiono sui muri come piccoli pop up, permettendo diversi livelli di lettura; l’allestimento, a cura di Fabio Fornasari, enfatizza la produzione seriale, attraverso l’allineamento delle stampe nel corridoio, su tutta la parete (ricoperta semplicemente di pcv bianco), pronte per la fruizione come nel supermercato.

Diverse (e consultabili qui) le attività didattiche, tra visite guidate e laboratori, pensate per la mostra; inoltre anche la compagnia di danza contemporanea Progetto D’Arte propone una serie di laboratori nello spazio espositivo, attraverso un lavoro sul corpo e una performance.
Inoltre, sabato 11 e domenica 12 maggio la Fondazione Cineteca Italiana
, in collaborazione con il Museo del Novecento, ha programmato la proiezione di alcuni film di Warhol, alcuni dei quali gratuiti (Empire, 1964), mentre altri soggetti a sconto, se si presenta il biglietto del Museo.

Anche se a Milano ancora si sentono gli echi della mostra del 2005, The Andy Warhol Show, vale la pena di andare al Museo del Novecento provando, in questo caso, a viverlo come un temporary market, dove l’arte non si vende ma si consuma con lo sguardo.

Benedetta Rutigliano

@bettyrutigliano

 

Andy Warhol Stardust

Museo del Novecento

fino all’8 settembre

Lun  14.30 – 19.30
Mar, Mer, Ven, Dom.  9.30 – 19.30
Gio e Sab.  9.30 – 22.30 

Biglietto intero 5 euro
Biglietto ridotto 3 euro


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