
Amnesty: in Italia troppi abusi
L’ong denuncia abusi in Italia. Respingimenti verso la Libia e situazione dei Rom sotto la lente d’ingrandimento, ma accuse anche per i maltrattamenti nelle carceri
di Nicola Gilardi
Amnesty International bacchetta l’Italia. In occasione della presentazione del rapporto 2010, infatti, l’ong ha criticato la politica dei respingimenti attuata dal nostro Paese nei confronti degli immigrati. Pronta la replica del ministro degli Esteri, Franco Frattini, che ha dichiarato: «Critiche indegne. L’Italia è certamente il Paese europeo che ha salvato più persone in mare».
Il rapporto di Amnesty: la situazione dei diritti umani nel mondo, pubblicato da Fandango, è una fotografia della situazione in cui si trovano moltissime persone. Il filo conduttore, comunque, è quello della mancanza di un ente internazionale che possa vigilare sugli abusi che vengono compiuti. Per questo è stato rivolto un appello al G20 affinché Usa, Cina e Russia riconoscano finalmente la Corte penale internazionale (Cpi), un tribunale permanente che ha l’autorità per trattare casi di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
POLITICA DEI RESPINGIMENTI – La parte del rapporto riservata all’Italia è di cinque pagine. I temi trattati sono molteplici, ma primo fra tutti è quello relativo alla politica dei respingimenti. L’organizzazione ha aspramente criticato l’espulsione verso la Libia dove c’è il «rischio di violazioni di diritti umani». Sotto la lente è, poi, finito il contenzioso con Malta: «I governi italiano e maltese, in disaccordo sui rispettivi obblighi di condurre operazioni di salvataggio in mare, hanno lasciato i migranti per giorni senza acqua e cibo, ponendo a grave rischio le loro vite».
TRATTAMENTO DEI ROM – Stigmatizzato anche l’atteggiamento nei confronti dei Rom. Secondo l’organizzazione sono stati attuati «sgomberi forzati illegali», con riferimento a Roma e Milano. Le critiche poi si muovono verso le condizioni nella quale vivono i nomadi, ed hanno sottolineato la mancanza di «un equo accesso all’istruzione, all’alloggio, alle cure sanitarie e all’occupazione».
MALTRATTAMENTI NELLE CARCERI – Non sono passati inosservati, poi, i casi di violenza nelle carceri. Per Amnesty le autorità italiane avrebbero dovuto collaborare maggiormente nelle indagini sulle violazioni dei diritti umani all’interno delle carceri e nelle segnalazioni di «tortura e altri maltrattamenti commessi da agenti delle forze di polizia». Infine c’è l’accusa per non aver istituito un organismo indipendente che potesse denunciare gli abusi e, soprattutto, la mancata istituzione del reato di tortura nel codice penale.
A livello internazionale, Amnesty International, ha duramente criticato l’atteggiamento di Israele, colpevole di «crimini di guerra» durante l’operazione “piombo fuso” nella Striscia di Gaza nel 2009. Ci sono poi i «processi farsa di massa in Iran» soprattutto dopo la repressione delle manifestazioni “verdi”. L’allarme repressione è stato acceso anche per Paesi come la Cina, la Corea del Nord e la Birmania. Drammatica, invece, la situazione dell’Africa dove vige «l’assoluta mancanza di volontà politica di garantire la giustizia per i crimini commessi a qualsiasi livello». A conferma di questo c’è il mancato arresto del presidente sudanese Omar al Bashir, colpito da un mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale, ma protetto dall’Ua.
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