
Alzheimer. Scoperta la causa della demenza

In Italia sono 500 mila i casi di Alzheimer, il 5% dei quali viene colpito dopo i 60 anni (www.meteoweb.eu)
New York – La scienza apre una breccia nella cura dell’Alzheimer. I ricercatori dell’americana Duke University hanno individuato la causa principale della malattia neuro-degenerativa che porta le cellule del cervello a inglobare quantità eccessive di arginina. Attività che – secondo gli studiosi – porta alla formazione di placche risultato dell’alterazione delle cellule.
L’EVOLUZIONE DELL’ALZHEIMER – Lo studio dell’Alzheimer, fino a oggi, aveva individuato un particolare processo nell’insorgere e nello sviluppo della malattia: le microglia, cellule cerebrali, iniziano in modo anomalo a consumare grosse quantità dell’aminoacido arginina. Un comportamento che produce due effetti: le microglia proliferano prendendo a dividersi e nel mentre si modificano dando luogo alla formazione di placche amiloidi che si densificano nel cervello, provocando la demenza progressiva del soggetto malato.
BLOCCARE IL PROCESSO – Per fermare il processo neuro cerebrale i ricercatori hanno provato alcune manipolazioni con la difluorometilornitina (Dfmo), una molecola in grado di ridurre l’attività enzimatica. I campioni presi in esame erano topi di laboratorio i quali hanno risposto al trattamento riducendo la quantità di arginina ‘divorata’ dalle microglia che a loro volta hanno diminuito la divisione, moderando la produzione di placche.
UNA CURA ALL’ORIZZONTE? – Carol Colton, studioso e co-autore dello studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, si dice assolutamente ottimista in proposito ai passi avanti compiuti nel campo: «Se sarà accertato anche negli uomini che il consumo di arginina gioca un ruolo così importante nel processo degenerativo, forse potremmo bloccarlo ed invertire il corso della malattia».
Di certo attualmente c’è solo che non esistono cure per la demenza cerebrale e i rimedi rintracciati servono solo a rallentare il processo per circa 500 mila persone che solo in Italia soffrono di Alzheimer, il 5% dei quali colpito dal male superati i 60 anni.
Inutile, quindi, spiegare quale valore ha la scoperta e la sperimentazione. La ricerca – continua Colton - «apre le porte ad un modo completamente diverso di pensare l’Alzheimer, in grado di farci superare il punto morto in cui ci troviamo nella lotta contro» la malattia.
Chantal Cresta
Foto || meteoweb.it