
Alla scoperta dello slow tourism, un cambio di passo rispetto al turismo mordi e fuggi: l’intervista
Buongiorno Gabriella, allora raccontaci di cosa si occupa la vostra associazione e cosa fa Roma Slow Tour? Roma Slow Tour nasce con l’idea di promuovere il Territorio di Roma e del Lazio, valorizzando i luoghi più nascosti e meno battuti dai classici circuiti turistici, soprattutto quelli fuori dalle mura Aureliane. La Roma delle periferie per intenderci, perché pensiamo fortemente che anche se più recente la periferia ha comunque una storia da raccontare.
E come si articola la vostra offerta? Noi proponiamo tour a piedi a spasso per i quartieri romani, visite guidate e trekking urbani per percorsi più lunghi sempre all’interno della città, una formula non inventata da noi ma proposta qualche anno fa dal comune di Siena. Un modo di coniugare l’attività fisica alla scoperta di Roma, tramite percorsi lunghi anche in periferia e in aree verdi.
Come è nata l’idea di Roma Slow Tour? In realtà l’idea di un turismo di questo genere è nata in itinere, perché all’inizio questi percorsi non prettamente turistici erano destinati ai turisti stranieri per offrire loro l’opportunità di fare altri itinerari all’infuori del Colosseo e dei Musei Vaticani. Spesso il turista quando viene a Roma non ha il tempo per vedere queste cose, a volte fa fatica a vedere anche tutte le attrazioni principali. Quindi erano gli italiani, i romani che chiedevano di fare questi tour per scoprire magari quartieri noti tipo la Garbatella, il Coppedè, il Trullo, Testaccio.
Cosa cercano le persone che partecipano ai vostri tour? Ci sono due tipologie di persone interessate: sia i residenti del quartiere che vanno a visitare il proprio rione a cui il tour è dedicato, sia gli abitanti di Roma che decidono, incuriositi, di visitare altri quartieri dove non sono mai stati. Ogni quartiere di Roma è un microcosmo, quindi queste visite rappresentano uno spunto per andare dall’altra parte della città e apprezzarne caratteristiche e particolarità. Ai tour di Centocelle viene gente da Casal Palocco, dall’Aurelio, insomma da ogni parte di Roma.
Quali sono le proposte che ricevono più adesioni e secondo voi perché? Piace molto la formula della scoperta del quartiere che noi andiamo a visitare nel suo complesso e poi a scandagliare dal punto di vista storico, sociologico, architettonico, artistico e anche cinematografico, che è un aspetto che attrae molto. Infatti, piace l’idea di far vedere i film dove sono stati girati perché è un modo anche di vedere com’è cambiata la città. Questo avviene soprattutto per quelle pellicole girate tra gli anni 50 e 60: in seguito al boom economico infatti c’è stata una grande spinta di costruzione edilizia e un inevitabile cambiamento nell’aspetto della città. Dove c’era una campagna adesso ci sono palazzoni e piazze. E’ interessante anche rendersi conto di questo cambiamento della città in cui si vive. Roma anche da questo punto di vista è da considerarsi una miniera poiché è la città del cinema: un set cinematografico all’aperto!
Come ha vissuto la pandemia la vostra attività? E come avete fronteggiato questo lungo periodo, vi siete dovute reinventare?Durante la pandemia inizialmente ci ha sopraffatto l’angoscia perché era tutto fermo. Poi abbiamo cercato io e la mia collega Silvia, di reinventarci facendo degli slow talk a pagamento sui social e su alcune piattaforme on line. Una modalità che ci ha salvato, non tanto dal punto di vista economico ma piuttosto ci ha dato una speranza che qualcosa si muovesse, perché evidentemente le persone avevano bisogno di fare qualcosa e nonostante ci fossero molte risorse gratuite on line è stato accolto con entusiasmo da chi ci segue normalmente. Comunque durante il covid è stato un modo per farci compagnia, ma abbiamo continuato ad offrire dei talk specifici su delle tematiche che destavano interesse vedi Rastrellamento nazista, l’occupazione tedesca e la resistenza di Roma etc. Una modalità alternativa quella dello slow talk che ha diversi vantaggi, poiché permette di approfondire argomenti, soffermarsi su alcuni dettagli e fare km e km concettualmente stando a casa.
Il prima e dopo pandemia cosa è cambiato: nella vostra proposta, nel vostro modo di fare slow tour, e nell’approccio dei vostri clienti. L’ esigenze sono mutate? Il trend del turismo è cambiato, accelerato dalla pandemia certo, ma era già un cambiamento in atto. Ormai sono 7 anni che è stata creata l’associazione e noto questo aspetto. Sempre più turisti italiani che hanno voglia di scoprire il territorio circostante. C’è una curiosità, un’esigenza di avvicinarsi e sperimentare questo turismo lento, un turismo sostenibile a cui io sono incappata facendo ricerca, rimanendo affascinata da questo concetto dello slow tourism. All’inizio quando mi presentavo e presentavo Roma Slow Tour, lo confondevano con lo slow food! Ma adesso non è più così. C’è una spiccata sensibilità verso un turismo di prossimità, lento e sostenibile. Si preferisce un turismo responsabile e di promozione verso le città italiane. L’abitudine di farsi un week end all’estero mordi e fuggi ha lasciato il posto a qualche gita fuori porta dalle regioni vicine dai ritmi meno serrati.
Qual è il target dei partecipanti ai tour? Abitanti della Capitale, sia quelli nati e cresciuti da sempre a Roma sia quelli approdati qui da poco. In realtà è una platea vasta la nostra: dai 15 ai 90 anni, ma c’è un fattor comune: la preponderanza femminile. Abbiamo fatto dei tour in cui su 15 persone 14 erano donne e 1 uomo solo. La presenza maschile è un po’ in minoranza ma sono fiduciosa. Comunque sono nati anche degli amori durante i nostri tour..quindi potrebbe essere un’occasione!
Progetti per il futuro, questo 2022 ci saranno delle novità? Volevamo aprire i nostri tour con una bella introduzione storica, contestualizzando per bene il quartiere perché ce l’hanno chiesto i nostri affezionati tramite un sondaggio di gradimento, che abbiamo somministrato a fine anno per andare incontro alle esigenze dei visitatori. Inoltre sono previste aperture straordinarie di siti con accessi limitati, era quella la strada intrapresa prima del covid. Infatti avevamo stipulato una collaborazione con il Teatro di Roma, programmando visite teatrali nei 4 teatri storici che loro gestiscono (teatro Torlonia, Valle, Argentina e India). E poi ancora delle aperture speciali: Casa Moravia e tante altre. Al momento queste visite sono in stand by. Quindi questo filone lo riprenderemo non appena sarà possibile riallacciare i contatti. Anche una gita fuori porta di qualche giorno fuori Roma. Ora in vista della primavera 2022 c’è una ripresa, dopo questo blocco quindi riusciremo a portare avanti una progettazione di eventi pianificate precedentemente.
Quale sarebbe il tuo sogno nel cassetto? Vorrei, tempo permettendo, laurearmi in scienze storiche di cui sono appassionata. Dopo la laurea in scienze politiche mi piacerebbe poter raggiungere questo obiettivo, che comunque è sempre utile nel mio lavoro. Sono anche una guida turistica abilitata.
Il tuo tour preferito? Senz’altro quello di Garbatella, soprattutto perché è stato il primo itinerario quindi gli sono affezionata e grata. Senza particolare pubblicità, mi sono ritrovata questo gruppo nutrito di persone desiderose di scoprire le bellezze e gli angoli nascosti del quartiere e da lì tutto ebbe inizio. Quindi speriamo di continuare così anche perché abbiamo visto in questi anni un fiorire di associazioni con moltissime offerte simili. Quindi noi cerchiamo di tenere il passo ed offrire percorsi sempre originali ed interessanti che vengano accolti con entusiasmo dai nostri clienti affezionati e da altri nuovi.
Grazie dell’intervista vi auguro che sia così perché tu e Silvia siete troppo brave!
Pamela Cocco