
Alla ricerca di un’altra Terra nelle profondità dell’universo
L’Agenzia spaziale europea approva due progetti per trovare il pianeta gemello della nostra Terra
Siamo soli nell’universo? La domanda viene spesso riproposta, da appassionati ufologi come dai registi di Hollywood. Questa volta però è l’Esa a domandarselo, l’Agenzia spaziale europea, che ha approvato due progetti per la ricerca di un pianeta gemello della Terra. Nel 2017 verrà lanciato il satellite Cheops, seguito nel 2024 dal satellite Plato che serviranno a scoprire zone inesplorate dell’universo per cercare una possibile Terra 2.
L’ITALIA PROTAGONISTA – Anche l’Italia partecipa al progetto: i telescopi del satellite Plato infatti, sono stati disegnati da Roberto Regazzoni, docente di ottica, con il suo team dell’Osservatorio di Padova. Coinvolti anche molti astronomi italiani provenienti da Milano, Palermo, Firenze, Torino, Napoli, Roma. Con il lancio del primo satellite, e sette anni dopo del secondo, le probabilità di trovare un pianeta gemello della Terra aumenteranno in maniera decisiva.
51 PEGASI B – Il libro I pianeti extrasolari della scienziata Giovanna Tinetti, permette di apprendere i passaggi che hanno portato all’approvazione del progetto della ricerca del gemello della Terra. La dottoressa Tinetti, docente all’University College di Londra, racconta nel suo libro l’inizio delle ricerche già nel 1995, dopo che venne localizzato un pianeta molto vicino ad un’altra stella della galassia. 51 Pegasi b, questo il nome assegnato al pianeta scoperto, fece aumentare gli studi nella ricerca di altri pianeti che potessero ospitare la vita.
LO STUDIO DELL’ATMOSFERA – Nel libro viene spiegato come sia importante lo studio dell’atmosfera di questi pianeti lontani, che può confermare la possibilità di trovare acqua e quindi una possibile presenza di vita. Inoltre è analizzata e spiegata la difficoltà degli studi necessari per ottenere questi risultati insieme allo stimolo principale nel svolgersi: la voglia di scoprire altre forme di vita nell’universo.
Gian Piero Bruno
@GianFou