Alimentare la memoria: Aldo Moro, l’uomo e il politico

Aldo Moro (europaquotidiano.it)

Aldo Moro (europaquotidiano.it)

Ancora oggi, a 36 anni dalla sua morte, Aldo Moro popola le pagine dei principali quotidiani nazionali. E sarebbe bello se questo nome fosse usato per raccontare uno stile o un modo di fare politica che ha contribuito ad inaugurare un importante periodo di dialogo, preparando le varie correnti della Democrazia Cristiana all’incontro con il Partito Comunista. Sarebbe bello se chi l’ha vissuto quel periodo ci raccontasse la grandezza dell’uomo e del politico Moro, invece di lasciare che il suo nome sia abbinato quasi esclusivamente all’intricata faccenda del suo rapimento e della sua morte, che attualmente è e resta uno dei più grandi misteri della storia italiana.

CHI ERA ALDO MORO? Mi chiedo quale potrebbe essere la risposta di un giovane a questa domanda, quando i giornali si concentrano prevalentemente su quanto accaduto dall’agguato di Via Fani in poi e nell’immaginario comune Aldo Moro è il viso stanco e remissivo della sua ultima foto, quella scattata dalle Brigate Rosse durante la prigionia.

Chi era Aldo Moro ce lo racconta Gero Grassi, vicepresidente del Pd alla Camera.

Aldo Moro è stato uno dei principali protagonisti della storia del nostro paese, in un momento politico molto vivace. Cosa lo ha reso così speciale?

Anzitutto la formazione cattolica ed umanistica che evidenziò alla Costituente quando si batté, convincendo quasi l’intero Parlamento, ad inserire nella Costituzione la sacralità della persona, i cui diritti sono riconosciuti dallo Stato e non concessi. In aggiunta la capacità di disegnare, con i discorsi e con le azioni parlamentari, un mondo nel quale lo studio fosse il volano della differenza tra le persone e non il possesso di danaro. Fu Moro a volere, da Presidente del Consiglio, la scuola media obbligatoria e fu Moro a determinare che la Rai trasmettesse una delle sue più felici trasmissioni ‘Non è mai troppo tardi’ del maestro Alberto Manzi, con la quale milioni di italiani impararono a leggere e scrivere e presero la licenza elementare.

Qual è stata l’importanza storica e politica di Aldo Moro?

Immensa sin dal dopoguerra. Aldo Moro, dopo gli anni del fascismo, si è sempre mosso per comprendere e mai per escludere. Lo Stato è di tutti, non di chi vince le elezioni. Le diversità sono un valore. Tutti concetti morotei. Oggi potrebbero apparire dati scontati, ma spesso non lo sono. Dobbiamo sempre ricordare che Moro si muoveva dopo anni di fascismo nei quali agli italiani era vietato pensare.

La storica stretta di mano tra Enrico Berlinguer e Aldo Moro (unità.it)

La storica stretta di mano tra Enrico Berlinguer e Aldo Moro (unità.it)

Quali erano i rapporti tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano? Quali i rapporti tra Moro e Berlinguer?

È una domanda troppo generica. Nel dopoguerra DC e PCI collaborarono anche al Governo, poi De Gasperi volle che i comunisti andassero all’opposizione anche perché il mondo entrava nella guerra fredda. I rapporti DC e PC tornarono di collaborazione proprio grazie a Moro e Berlinguer, che erano leader e teste pensanti di caratura mondiale. Si resero conto che di fronte al terrorismo e all’emergenza economica, lo Stato andava riformato e la democrazia sbloccata. Proprio per questo ci fu poi via Fani.

Sarebbe corretto dire che il delitto Moro ha segnato la fine di un’epoca e cambiato il destino del nostro Paese?

Il delitto Moro ha portato indietro l’Italia e ne ha rallentato sviluppo, libertà, democrazia. Proprio quello che volevano le Brigate Rosse e la P2 che condizionò pesantemente quel periodo.

Qual è l’importanza dell’istituzione di una seconda Commissione Parlamentare d’inchiesta a 36 anni della morte di Moro?

Manca ancora oggi la verità su una serie interminabile di eventi che hanno caratterizzato i 55 giorni. Purtroppo in questi anni omissioni, errori, compromissioni, superficialità hanno determinato la mancata verità. La verità non serve ai morti, ma ai vivi per dare ai posteri un’Italia più civile, più libera, più democratica.

Qual è l’eredità di Aldo Moro per le giovani generazioni?

Il rispetto per la persona che si esalta nello Stato non viene compressa da questo. Il bisogno di giustizia che Moro disegnava dicendo che destino dell’uomo forse non è realizzarla completamente, cosa difficile, ma avere della giustizia sempre fame e sete.

Antonella Nalli

foto: unità.it, europaquotidiano.it

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