Algeria, l’esercito difende il blitz. L’Onu condanna l’assalto terrorista

Algeria impianto assaltato

L'impianto assaltato in Algeria (agi.it)

Sembrerebbe ancora da accertare il numero degli ostaggi rimasti uccisi nel corso del blitz condotto dall’esercito algerino per liberare il complesso gasiero finito nelle mani di alcuni attivisti legati ad al Qaida. Mentre l’Onu si affretta a condannare l’atto terroristico ai danni dell’impianto di In Amenas, le forze algerine si ritrovano nella posizione di difendere il proprio raid: «L’operazione è scattata in risposta alla decisione dei terroristi di uccidere gli ostaggi e compiere un vero massacro». Il ritrovamento di almeno 15 corpi carbonizzati è tuttavia destinato a scatenare nuove polemiche.

A questo riguardo, anche il Consiglio di sicurezza Onu – che non ha mancato di fare appello alla comuncità internazionale affinché cooperi con il governo algerino – ha tuttavia espresso l’importanza di misure antiterroristiche che rispettino «le leggi internazionali». Evidente quindi nel comunicato ufficiale diramato l’appoggio all’appello di molti Paesi, che hanno voluto ricordare in questi giorni l’importanza di proteggere in prima istanza la vita degli ostaggi.

Polemiche a parte, proseguono tuttavia anche le operazioni d’ispezione e ricerca sul posto: non esistono infatti stime esatte del numero di ostaggi né informazioni certe sui terroristi, che tuttavia vengono dati come ormai nella morsa delle unità speciali delle forze dell’ordine algerine. Alcune fonti riferiscono di almeno una quarantina di uomini armati, forse provenienti dal Niger. La causa dell’attacco pare invece essere riconducibile all’intervento francese in Mali.

Nel frattempo, la questione sicurezza rischia tuttavia di minacciare seriamente anche l’attività turistica del Paese, dove si registrerebbero già le prime prenotazioni internazionali disdette. Le preoccupazioni principali riguarderebbero soprattutto Tamanrasset, uno dei siti turistici più frequentati dell’Algeria. La vicinanza al luogo dell’attacco avrebbe tuttavia spinto numerose compagnie assicurative a non sottoscrivere i documenti necessari al conseguimento del visto: i rischi legati a un ipotetico soggiorno algerino sono considerati ancora troppo elevati.

Mara Guarino 

Foto homepage via: sky.tg24.it

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