
Accorpamento festività. Anpi: non toccate 25 aprile e 1 maggio
Aggiunto da Laura Dabbene il 17/07/2012.
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Tags: 1 maggio, 25 aprile, accorpamento festività, agenzie viaggio, ANPI, associazione nazionale partigiani, aumento produttività, cisl, economia del turismo, festa del lavoro, luigi sbarra, pil, proposta governo accorpare festività, sindacati del turismo, turismo
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ROMA - Nella stessa giornata in cui arriva la notizia di una volontà del governo di accorpare alcune festività che cadono in giorni lavorativi spostandole alla domenica più vicina, ecco anche le prime reazioni. Pare infatti che sia l’Anpi ad essersi già mobilitata contro questa ipotesi che andrebbe a colpire due date care all’associazione dei partigiani, il 25 aprile e il 1° maggio (cui si aggiunge anche il 2 giugno, festa della Repubblica).
In un comunicato si legge: «Non abbiamo, ovviamente, obiezioni di fronte ai sacrifici che possono essere chiesti ai cittadini in una fase difficile per il Paese, ma che si debba rinunciare alla storia, a quelli che sono i fondamenti comuni del nostro vivere civile, ci sembra davvero troppo». L’associazione insiste sulla differenza tra ricorrenze che, nate da consuetudini o semplici abitudini, sono plausibili di qualche intervento del genere, ma è inflessibile su quelle rappresentative del passato migliore dell’Italia e dei valori su cui si fonda la Repubblica.
L’opposizione dell’Anpi si accompagna a quella già espressa dalla Cisl che ha parlato di «soluzione dannosa e inconcludente ai fini della crescita»; lo stesso segretario del sindacato, Luigi Sbarra, ha dichiarato: «Le imprese stanno chiedendo ai loro dipendenti di utilizzare a pieno le ferie, anche quelle non ancora maturate. Se il governo vuole stimolare il recupero di produttività non può che ripristinare gli incentivi ai premi di produzione che in modo unilaterale ha ridotto».
Contrari all’idea del governo anche i sindacati del turismo, timorosi della flessione dell’economia che l’accorpamento delle festività porterebbe nel settore, e Cristian Sesena, segretario nazionale della Filcams Cgil: «Si andrebbe a diminuire quello che è l’apporto del turismo al prodotto interno lordo». Della stessa opinione il presidente della Federazione delle agenzia di viaggio aderente a Confcommercio, Fortunato Giovannoni: «Il mondo del turismo non solo sarebbe gravemente danneggiato da questa scelta, ma in generale non è questo il modo per alzare il Pil. Se pensiamo di lavorare di più siamo d’accordo, ma i consumi sono in recessione, non c’è domanda. Mi permetto di dire che la medicina è totalmente sbagliata».
Laura Dabbene
Abolire le festività è come dire che il lavoro nobilita : una stronzata inventata da ricchi ingordi per poter aumentare i loro profitti all’infinito.