Accordo Pd – M5S saltò perchè Bersani pensò a uno scherzo

bersani

Pierluigi Bersani (foto via: ilfoglio.it)

Un possibile accordo tra Pier Luigi Bersani e alcuni dissidenti del Movimento 5 Stelle sarebbe saltato a causa della diffidenza dell’ex segretario del Pd. Il Fatto Quotidiano ha rivelato infatti che Bersani, incaricato di formare il governo, ricevette una telefonata da Sonia Alfano che gli comunicava che un gruppo di deputati del Movimento 5 Stelle era disposto a passare dalla sua parte. Ma Bersani non credette alla proposta e riagganciò, pensando a uno scherzo del programma “La Zanzara” di Giuseppe Cruciani. 13 dissidenti del Movimento 5 Stelle si dimostrarono infatti favorevoli al governo Bersani, chiedendo in cambio protezione mediatica e soprattutto l’impegno per alcuni punti del programma del Movimento 5 Stelle.

Il retroscena viene raccontato dal giornalista Loris Mazzetti che ebbe un ruolo attivo nella vicenda. La ricostruzione degli eventi è stata resa nota da Il Fatto Quotidiano e confermata dalla dichiarazioni rilasciate da Miguel Gotor (Pd), incaricato di occuparsi della trattativa. A fare da intermediario dalle file del Pd era Sonia Alfano, volto giovane dei democratici e vicina ai dissidenti grillini. In cambio i “disertori” grillini chiedevano protezione mediatica, certi che Grillo e Casaleggio avrebbero sparato a zero pubblicamente sui traditori.

Ma la posta in gioco prevedeva anche dei chiari obiettivi politici, nello specifico la condivisione da parte del Pd di alcuni punti del programma dei 5 Stelle considerati di primaria importanza. In particolare i settori di intervento riguardavano la corruzione, la legalità e la lotta alla mafia. Miguel Gotor racconta di essere stato inviato da Bersani in Sicilia per un incontro. Ma l’intesa non si raggiunse, anche per il parere contrario di alcuni esponenti del Pd che si erano già espressi a favore di un governo di larghe intese, con il proposito quindi di eliminare Bersani dalla scena politica.

Gotor ritiene che i tempi non fossero maturi e bisognasse quantomeno attendere l’elezione del Presidente della Repubblica. Secondo la fonte, dopo il flop delle elezioni amministrative, la frangia dei dissidenti all’interno del M5S conterebbe ora una quarantina di esponenti. Il malumore tra le fila dei grillini serpeggia, soprattutto nei confronti della linea dura di Beppe Grillo, accusato da alcuni esponenti del M5S di non aver approfittato dell’occasione di accettare l’offerta di un governo con il Pd.

Alberto Staiz

Foto homepage: ansa

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