
A scuola arriva il badge anti assenze
Chip che registrano gli orari d’entrata e d’uscita, sms che avvertono i genitori, registri elettronici: ecco come cambia la scuola per rendere dura la vita dei fannulloni
di Marco Fiorilla
Da sempre ogni liceo classico è stato sinonimo di professori ancorati alla tradizione e restii al cambiamento. Studiare lingue morte come greco antico e latino non dava certo l’idea di un luogo innovativo e al passo coi tempi. Ma proprio da un liceo classico romano, l’Aristofane, in zona Tufello, arriva una ventata di innovamento inteso come nuovo modo di pensare il rapporto tra scuola e studente, più vicino a dinamiche lavorative aziendali. I circa 1100 studenti del liceo Aristofane dall’anno prossimo potranno infatti ricevere un badge che registrerà il loro orario d’entrata e d’uscita dalla scuola.
I ragazzi dell’Aristofane posseggono già un chip che registra i ritardi della prima ora e poi permette di stampare il certificato da presentare in classe per essere ammessi nonostante il ritardo. Si tratta quindi di un liceo all’avanguardia che, se riuscirà a recuperare dal proprio bilancio le risorse necessarie, porterà avanti il progetto di rilevazione degli orari di entrata e uscita degli studenti, avvicinandosi sempre più alle logiche del mondo del lavoro.
Ma questo è forse solo l’ultimo escamotage tecnologico adottato per rendere più dura la vita agli studenti fannulloni. Il ciclone Brunetta, infatti, non risparmia la scuola e attualmente si avvale degli SMS per avvertire i genitori delle assenze dei propri figli. Ma non esiste solo questo servizio. Infatti, più di 500 scuole italiane adottano il sistema dei computer palmari con cui gli insegnanti registrano voti e assenze. I genitori, collegandosi a Internet e digitando una password, possono quindi sapere se i figli hanno marinato la scuola, se sono stati interrogati, e che voto hanno preso.
È il sistema del Registro Elettronico 2.0 che offre tutti questi servizi alle famiglie e che contribuisce a snellire molte pratiche amministrative, anche se da questo punto di vista si può fare ancora molto di più. Soprattutto per gli studenti che in questo modo si sentono ipercontrollati e non ricevono nessun servizio aggiuntivo dalle nuove tecnologie applicate alla scuola. Con gli stessi badge e relativi chip si potrebbero infatti avviare altri progetti stavolta miranti a garantire dei servizi agli studenti e non alle famiglie, come avviene in certe Università.
Finora infatti l’hi-tech è venuta in aiuto ai ragazzi solo sotto forma di proiettore che permette di assistere alle videoconferenze. Di benefici ulteriori non se ne vedono, anzi c’è chi parla persino di tornelli e di rilevatori con identificazione a radiofrequenza.
I ragazzi storcono il naso, si chiedono ironicamente se le scuole verranno anche circondate dal filo spinato, ma in realtà pensano già di affidarsi a qualche hacker per poter marinare una volta tanto la scuola.
Ogni norma, soprattutto se restrittiva, è figlia del proprio tempo e dovrebbe rispondere a problemi e necessità reali. Rifletterei su questi interrogativi: i genitori chiedono alla tecnologia aiuto per un controllo sui figli che da soli non sono più in grado di esercitare? i ragazzi vengono sottoposti e regimi di ocntrollo quasi poliziesco perchè non sono più in grado di garantirsi da soli la fiducia della famiglia e degli insegnanti
Visto come diventano da grandi (www.superfannulloni.it) è meglio insegnare da piccoli le regole !!!